June 12

Il Ciclo Della Vite: Guida alle Fasi Cruciali dello Sviluppo della Pianta e il rischio di Botrytis cinerea in annate piovose.

Quali sono le fasi del ciclo della vite e come influenzano il vino che beviamo? 

Nel seguente articolo spiegheremo il ritmo annuale della vite, con enfasi sulle transizioni critiche che determinano il raccolto e la qualità dell’uva, senza scendere in dettagli eccessivi o tecnicismi.

Elementi Principali

  • Il ciclo vitale della vite segue fasi precise dall’impianto fino alla maturazione, che può durare fino a 25 anni, fondamentali per la qualità e abbondanza dei frutti prodotti.
  • Botrytis cinerea è un fungo che può compromettere gravemente la qualità dell’uva e del vino, ma può anche essere vantaggioso in alcuni vini dolci; la gestione del vigneto è cruciale per controllare o trarre vantaggio da questo fungo.
  • Il Timorasso è un vitigno italiano dalle origini antiche, rinato negli anni ‘80 e noto per la sua resistenza alle malattie comuni della vite ma a rischio di Botrite, che sottolinea l’importanza della variabilità dei vitigni all’interno del ciclo vitale della vite.

Il Ritmo Vitale della Vite: Dalle Origini alla Maturazione

Il ciclo vitale della vite: dalla fioritura alla maturazione

Immaginate il ciclo vitale della vite come una sinfonia, dove ogni movimento segue il precedente con precisione e grazia. Dall’atto iniziale dell’impianto nel terreno fertile, la vite intraprende un viaggio che si svolge nel corso di vari anni. Le viti da seme, tuttavia, rimangono fuori dalla nostra narrazione, poiché la loro improduttività nelle prime fasi le rende poco pratiche per la viticoltura moderna.

Il periodo che segue l’impianto è come un” letargo”, un intervallo da uno a tre anni durante il quale la pianta si radica e si stabilizza prima di svelare le sue vere capacità produttive. E come ogni grande crescendo, una volta giunta a maturazione, la vite si esprime con un’abbondanza di frutti per un arco di tempo che può estendersi fino a 20-25 anni, un periodo in cui la sua vita si fonde con quella dell’artigiano viticoltore.

Nel contesto della viticoltura, non tutte le sfide sono visibili ad occhio nudo. Prendiamo, ad esempio, Botrytis cinerea, un fungo che, nonostante la sua minuscola statura, ha la potenza di un gigante quando si tratta di influire sulla salute dei vitigni e sulla qualità dei vini.

Botrytis cinerea è un maestro dell’occultamento, sopravvivendo l’inverno su tessuti morti, e attende pazientemente nelle crepe della corteccia o come micelio nei boccioli per scatenare la sua infezione primaria quando le condizioni, come alta umidità e temperature sopra i 15°C, diventano favorevoli.             Il fungo penetra attivamente nei tessuti dell’uva, sfruttando anche le ferite causate dagli agenti atmosferici, dagli insetti o dalla pressione dei grappoli densi.

La suscettibilità dei grappoli a Botrytis è massima dall’inizio dell’invaiatura fino alla vendemmia, un periodo chiave per il destino del raccolto.

L’Impatto di Botrytis sul Grappolo e la Qualità dell’Uva

Come un’ombra che scivola tra i filari, Botrytis cinerea può avvolgere i grappoli in un abbraccio mortale, inducendo la botrite, una malattia che può decimare interi raccolti e incidere profondamente sulla qualità dell’uva. La trama si infittisce con l’apparizione di macchie sui grappoli, che ben presto si trasformano in una muffa grigiastra, appiccicosa e viscida.

Questa muffa non è solo un nemico visivo, ma un agente che modifica la composizione chimica dell’uva, squilibrando il rapporto zuccheri-acidi e alterando così il profilo aromatico del vino. In particolare, la bacca viene compromessa dal fungo, influenzando negativamente la qualità del vino prodotto.

Tuttavia, come in ogni circostanza, ci sono sfumature: mentre Botrytis può essere un flagello per molti vitigni, in alcuni casi, è addirittura ricercato, poiché può concentrare gli zuccheri e migliorare il profilo aromatico dell’uva, specialmente nella produzione di alcuni vini dolci. La resistenza e la reazione dei vari vitigni a Botrytis differisce, e le tecniche di gestione del vigneto possono giocare un ruolo cruciale nel contenere o addirittura sfruttare l’effetto del fungo sulla qualità dell’uva.

Botrytis Cinerea e la Sua Incidenza nel Ciclo Della Vite

L'incidenza di Botrytis Cinerea nel ciclo della vite

La minaccia di Botrytis cinerea si estende ben oltre il grappolo, infiltrandosi nel ciclo annuale della vite con una persistenza che ne fa uno degli antagonisti più temuti nel mondo della viticoltura. Quando colpisce i fiori, le foglie e i germogli, soprattutto in fase di maturazione, questo fungo può causare perdite economiche significative, non solo riducendo la quantità del raccolto, ma anche compromettendo la qualità del vino.

La lotta contro Botrytis cinerea è resa ancora più ardua dalla sua capacità di adattarsi e diffondersi attraverso il vento e pioggia, sfidando i viticoltori per  una gestione accurata e tempestiva per evitare che l’infezione si intensifichi e diventi sempre più difficile da controllare.

Il Percorso Annuale Della Vite: Le Fasi Determinanti

Ogni anno, la vite si immerge in un ciclo che si compone di due fasi distinte, ma complementari: la fase vegetativa e la fase riproduttiva. Durante la fase vegetativa, la vite si espande e si rafforza, preparando la scena per il successivo atto di riproduzione. Questa fase, che si dipana attraverso eventi come il pianto e il germogliamento, culmina con l’agostamento (lignificazione)  e la defogliazione.

Al contrario, durante la fase riproduttiva, la vite si concentra sulla produzione di fiori e, successivamente, sulla maturazione dell’uva, momenti che incideranno profondamente sulla qualità e la quantità del raccolto.

La Rinascita Primaverile e il Pianto

Il Pianto

Con il pianto della vite, assistiamo alla rinascita primaverile, un segnale tangibile che il periodo di riposo invernale è giunto al termine. Questo fenomeno, che si manifesta con un flusso di linfa dalle ferite di potatura, è l’annuncio di un nuovo ciclo vitale che si risveglia.

La linfa che scorre è una preziosa fonte di nutrienti e acqua per la pianta, e la sua quantità può variare da pochi decilitri a qualche litro per pianta, segnando l’inizio di una fase cruciale per la salute e produttività della vite. Il pianto non è solo un evento visivo, ma un processo biologico essenziale che garantisce la ricomposizione delle riserve idriche e nutritive della pianta, preparandola per il rigoglio che caratterizza il resto dell’anno.

Il Germogliamento e le Prime Foglie

Germogliamento e le Prime Foglie

Il germogliamento segue il pianto come il secondo atto di una pièce teatrale, segnando la vera e propria ripresa vegetativa della vite. È un periodo di grande attività, dove le gemme si gonfiano e si aprono per rivelare le prime tenere foglioline, in un delicato equilibrio tra crescita e sopravvivenza che è strettamente dipendente dalle condizioni climatiche.

Il germogliamento non solo testimonia la ripresa della vita della pianta, ma anche l’inizio di una nuova stagione per i viticoltori, che osservano con attenzione la trasformazione delle gemme in foglie e germogli, preludio dei futuri grappoli.

La Fioritura e l’Allegagione

La Fioritura e l'Allegagione

La fioritura della vite è un evento discreto ma fondamentale, che si svolge tra la fine di aprile e l’inizio di giugno e non richiede l’intervento di insetti, poiché avviene per anemofilia. In questo delicato periodo, i fiori della vite sono particolarmente vulnerabili alle condizioni meteorologiche, che possono influenzare notevolmente l’esito della stagione.

Segue l’allegagione, un processo che vede i fiori impollinati trasformarsi in bacche, mentre i fiori non fecondati cadono in un naturale processo di autoregolazione della pianta. Questa fase è cruciale per determinare la quantità e la salute del raccolto, con solo una frazione dei fiori che si sviluppa in frutti, mentre gli altri diventano viticci o cadono.

La Trasformazione Dell’Acino: Da Fiore a Frutto

La trasformazione dell'acino: da fiore a frutto
Prima dell' Invaiatura
Invaiatura

La trasformazione dell’acino da fiore a frutto è un processo complesso e affascinante che ha inizio con l’allegagione e prosegue attraverso varie fasi fino alla maturazione. Durante la fase erbacea, gli acini crescono lentamente, segnando l’inizio del loro sviluppo che culminerà nella raccolta. Ogni acino passa attraverso queste fasi per raggiungere il suo pieno potenziale. Questo periodo di crescita è seguito dall’invaiatura, un cambiamento di colore e consistenza degli acini che ne segnala l’avvicinarsi della maturazione, sebbene in questo stadio l’uva sia ancora acida e poco zuccherina.

La fase di maturazione è poi caratterizzata da un aumento dei livelli di zuccheri e da una diminuzione dell’acidità, elementi decisivi per definire la qualità del vino che verrà prodotto.

Riposo e Resilienza: Il Declino Vegetativo Invernale

Riposo e resilienza: il declino vegetativo invernale

Con l’arrivo dell’inverno, la vite si avvolge nel suo mantello di riposo, entrando in uno stato di dormienza che la protegge dalle rigide temperature invernali e dalle condizioni avverse. Questo periodo di declino vegetativo offre alla pianta il tempo per riprendere le forze e prepararsi per il nuovo ciclo vitale che verrà con la primavera.

Strategie di Prevenzione e Cura

Per combattere la minaccia di Botrytis cinerea, i viticoltori si sono armati di una varietà di strategie, tra cui:

  • l’uso di fungicidi applicati in momenti chiave del ciclo della vite
  • trattamenti progettati per ridurre la germinazione dei conidi e prevenire infezioni latenti

Il campo della lotta contro Botrytis cinerea è in costante evoluzione, con l’introduzione di prodotti innovativi e sostenibili che riducono l’uso eccessivo di prodotti chimici e contribuiscono ad un vigneto più salubre. Tuttavia, la questione è complessa e richiede un approccio oculato, poiché un trattamento eccessivo può portare alla resistenza dei funghi e ad interventi non necessari.

Vitigni e Variabilità: Come il Timorasso Si Inserisce nel Ciclo

Nell’ampio panorama dei vitigni italiani, il Timorasso emerge per la sua straordinaria storia e per le sue peculiari caratteristiche. Questo vitigno, lodato fin dal Trecento e menzionato dall’imminente Pietro de’ Crescenzi, vanta origini antiche nelle colline Tortonesi del Piemonte.

La sua rinascita è avvenuta grazie a figure emblematiche come Walter Massa, che negli anni ‘80 ha creduto nelle potenzialità di questo vitigno, producendo le prime bottiglie di vino Timorasso che avrebbero poi conquistato il palato degli intenditori.

Walter Massa e Enrico de Alessandrini Progetto Borgogna

(leggi di piu: https://eu.sassaia.com/2472/scopri-la-rinascita-del-derthona-timorasso-e-i-suoi-stili-di-vinificazione-rinascimento-del-bianco-piemontese/ )

Il Timorasso si distingue per il suo dono di acidità naturale e i suoi grappoli di uve dorate di medie dimensioni che sono particolarmente resistenti alle malattie comuni della vite, ma il grappolo e suscettibile alla Botrite.

Crescendo nelle marne di Sant’Agata Fossili, il Timorasso è un esempio lampante di come la varietà di un vitigno possa essere, non solo espressione del territorio, ma anche il risultato di una sapiente interazione con il ciclo della vite, che va dalla fioritura alla maturazione.

Sommario

Abbiamo percorso insieme il ciclo annuale della vite, un viaggio affascinante che va ben oltre la semplice crescita di una pianta. Si e’  scoperto come la rinascita primaverile segni l’inizio di una nuova stagione di produttività e come la lotta contro la Botrytis cinerea sia una componente critica nella gestione del vigneto. Abbiamo osservato la trasformazione dell’acino e come la dormienza invernale prepari la vite per il successivo ciclo vitale. E, infine, abbiamo esplorato la varietà dei vitigni attraverso l’esempio del Timorasso, un vitigno che si inscrive perfettamente in questo contesto grazie alla sua resistenza e al suo particolare contributo alla viticoltura italiana. Queste sono le storie che si celano dietro ogni bicchiere di vino, storie di natura, scienza, e la passione degli uomini e delle donne che lavorano la terra.

Domande Frequenti

Quanto tempo impiega una vite per essere produttiva dopo l’impianto?

Una vite impiega da 1 a 3 anni dopo l’impianto per diventare produttiva, con un graduale aumento della produttività.

Che effetto ha Botrytis cinerea sui grappoli d’uva?

Botrytis cinerea può causare danni significativi ai grappoli d’uva, incluso il marciume totale del raccolto in condizioni favorevoli per il fungo. Altera anche la composizione chimica dell’uva, influenzando il rapporto zuccheri-acidi e il profilo aromatico del vino. L’effetto può essere devastante per la produzione vinicola.

In che modo il clima influisce sul germogliamento della vite?

Il clima influisce sul germogliamento della vite perché temperature intorno ai 7-12°C sono necessarie per l’apertura delle gemme, e variazioni brusche o temperature troppo fredde possono danneggiare il processo. Questo delicato processo è fortemente influenzato dalle condizioni climatiche.

Come si può prevenire l’infezione da Botrytis cinerea?

Per prevenire l’infezione da Botrytis cinerea, si consiglia di utilizzare fungicidi, agenti di controllo biologico e botanici, e di gestire attentamente il vigneto per ridurre l’umidità e favorire una migliore circolazione dell’aria tra i grappoli. È fondamentale adottare misure preventive per proteggere le viti dai danni causati dall’infezione da Botrytis cinerea.

Perché il Timorasso è considerato un vitigno importante nella viticoltura italiana?

Il Timorasso riveste un ruolo di rilievo nella viticoltura italiana grazie alla sua storia, alla qualità delle uve e alla resistenza alle malattie, contribuendo notevolmente alla varietà dei vini italiani. Enrico de Alessandrini, insieme a Walter Massa, ha portato all’elevazione dell’espressione del Timorasso Derthona, seguendo lo stile della Borgogna, sotto la guida di Pierre Naigeon di Gevrey Chambertin.


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